sabato 17 agosto 2019

Il Burson Etichetta Nera della Tenuta Uccellina


La Tenuta Uccellina produce il Burson Etichetta Nera Riserva con l’uva Longanesi, vitigno autoctono della pianura ravennate. Un vino tornato da poco o forse appena conosciuto per coloro che proprio non sapevano fosse mai esistito. C'è voluta la passione e la finezza di mano di questi coltivatori e di un enologo raffinato come Sergio Ragazzini, per spianare la strada a questo ritorno in grande del Bursôn che, come adesso tutti sanno, si fa con uva Longanesi, in poche terre sparpagliate attorno a Bagnacavallo in Romagna. L’Uva Longanesi, chiamata Bursona in dialetto romagnolo, è un vitigno autoctono della zona di Ravenna e ad oggi gli ettari vitati sono all’incirca 200. Poche sono le cantine che si dedicano alla coltivazione di questo nobile vitigno, anche se le ultime bottiglie prodotte mostrano grande carattere e un potenziale eccellente. Fino a poco tempo fa, l’uva Bursona era confusa con il Negretto, ma nel 2000 è stata iscritta al Registro delle Varietà con il nome di Uva Longanesi. Gli sforzi e l’entusiasmo hanno permesso ai produttori di migliorare le tecniche di vinificazione. Con il tempo ed il perfezionamento dell’appassimento delle uve, i risultati mostrano bottiglie di elevata qualità, in grado di misurarsi con gli altri grandi vini rossi d’Italia. Il vino Burson, ottenuto dall’Uva Longanesi, è intenso, molto ampio e ricco, con aromi fruttati a base di amarene, spezie e cacao in bella evidenza. Al palato offre grande consistenza, corpo e tannini poderosi. Per rendere il vino ancora più sontuoso e per estrarre il massimo dei sapori, spesso i produttori come la Tenuta Uccellina fanno appassire le uve, in stile Amarone per intenderci. Il Burson Etichetta Nera è il vino più pregiato: proviene da uve fatte appassire e poi messo ad affinare per almeno due anni in fusti di legno. Il risultato è un vino di grande fascino.

https://www.convitis.com/italian/burson-etichetta-nera-riserva-tenuta-uccellina-2012.html
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Il B&B La Milzetta a Russi




Se volete alloggiare in un B&B ricco di storia e di suggestioni, vi suggeriamo La Milzetta, a Russi.

Villa padronale situata nella prima periferia di Russi, in località Borgo Milzetta. Crocevia per luoghi di interesse artistico quali Ravenna, Faenza, Brisighella e a pochi km sia dal mare che dalle colline Romagnole. 
La casa ha la classica struttura delle Ville Padronali di inizio 800 con un ampio parco di circa 6000 mq , fu fatta costruire dai Conti Milzetti di Faenza come residenza di campagna. Dopo varie ristrutturazioni, di cui l’ultima appena terminata, sono state ricavate 3 stanze con bagno privato da destinare a b&b.


I Conti Milzetti a Faenza
 
Palazzo Milzetti di Faenza, distrutto dal terremoto nel 1871, è stato ricostruito in forme neoclassiche e oggi è una casa-museo con decorazioni e ambienti originali. 
 
Palazzo Milzetti in origine era la dimora dei conti Milzetti, nobili faentini che acquistarono l’edificio nel 1602 dalla famiglia Medici. Palazzo Milzetti è aperto al pubblico come museo dal 1979 e vi si può visitare il pianterreno, con l’appartamento da scapolo del conte Francesco e, al primo piano, l’appartamento nuziale del conte e di sua moglie, il grandioso atrio ottagonale e il salone delle feste.
 
L’aspetto attuale, neoclassico, di Palazzo Milzetti risale alla fine del Settecento, quando fu necessario rimediare ai danni di un terremoto che lo aveva semidistrutto. Per Nicola Milzetti e suo figlio Francesco fu l’occasione di realizzare un palazzo magnifico. A questo scopo ingaggiarono i migliori artisti in circolazione, gli architetti Giuseppe Pistocchi e Giovanni Antolini che, insieme ai i pittori Felice Giani e Gaetano Bertolani, edificarono una splendida dimora, a misura dei suoi abitanti. Nel suo insieme, architettura ed apparato decorativo pittorico-plastico, Palazzo Milzetti è il più completo esempio del neoclassicismo faentino.


Palazzo Milzetti | Museo nazionale dell’età neoclassica in Romagna



Palazzo Milzetti | Museo nazionale dell’età neoclassica in Romagna

giovedì 15 agosto 2019

Millanta, sulle tracce di Luigi Veronelli a Russi


L'intervento della rete Borghi d'Europa a Russi è avvenuto grazie alla collaborazione con
Tenuta Uccellina.
Così nella Cantina di famiglia,la redazione ha registrato ben due puntate della trasmissione
multimediale,operando con due unità : una che ha operato all'esterno per interviste e per
documentare il patrimonio storico ed artistico di Russi  ( con una speaker d'eccezione, l'
Assessore Monica Grilli) e l'altra per uno stage non stop che ha dato la parola alla
Sindaca di Russi, Valentina Palli, alla Presidente dell'Associazione La Grama, al nume tutelare delle uova Ferruzzi, alla Macelleria di Riziero Cappelli,al Forno Pasticceria dell'Artista della famiglia
Giuliani e alla gastronomia Delithia. Alessio Dalla Barba, responsabile della comunicazione nazionale di Borghi d'Europa e sommelier Ais, ha commentato i vini di casa con Hermes Rusticali.
 
Bruno Sganga, giornalista enogastronomo, già coordinatore delle iniziative editoriali di Luigi
Veronelli , ha ricordato come Russi sia una delle tappe di Millanta, sulle tracce di Luigi
Veronelli, la manifestazione che lega il pensiero del grande filosofo-giornalista alla
valorizzazione dei territori 'minimi'.

La degustazione delle eccellenze locali ha chiuso una giornata di informazione preziosa,
che segna anche l'inserimento ufficiale di Russi nella rete dei progetti internazionali.

sabato 3 agosto 2019

La distilleria Pagura,la più antica del Friuli Venezia Giulia, scelta da Borghi d'Europa


Borghi d'Europa ha inserito, grazie alla collaborazione con la Pro Loco, Zoppola nella rete
internazionale. I giornalisti e i comunicatori hanno iniziato le visite per costruire i Percorsi
del buon e bello vivere.
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È nel 1879 che il giovanissimo Domenico Campagna
avviò a Castions di Zoppola il suo primo rudimentale
alambicco. Dopo i primi incerti anni, la piccola
distilleria cominciò a dare i suoi frutti, tant’è che il
Campagna aprì una piccola rivendita, ribattezzata dai
contadini del luogo la “Sgnaperie”. Era abitudine
infatti passare per un bicchierino prima del duro lavoro
nei campi. Quest’abitudine fece la fortuna del
Campagna, che nel 1904 poté permettersi la costruzione di una nuova e spaziosa casa con annesso il
laboratorio della Distilleria. Si tratta dell’edificio dove ancora oggi si produce la nostra grappa. Alla
morte di Domenico la distilleria andò in mano al nipote Lindo Pagura e Giovanna Mistruzzi e sarà
proprio quest’ultima che, rimasta vedova, riuscirà da sola con due figli a carico a portare la distilleria
fuori dagli anni difficilissimi della guerra.
Toccò poi a Domenico, figlio di Giovanna a modernizzare la distilleria, eliminando la legna da
bruciare, introducendo la caldaia a vapore come metodo di distillazione. Processo di modernizzazione
che però non toccò l’antico metodo, che ancora oggi utilizza caldaiette in rame a vapore diretto con
metodo discontinuo.
Tocca adesso alla quinta generazione di Pagura prendersi cura della distilleria, cercando di capire
come il tempo sta cambiando il mondo della grappa e portare avanti la tradizione che rende quegli
spazi lavorativi e quella grappa unici.

Alambicco discontinuo in rame
Il mondo negli ultimi cinquant’anni ha subito dei cambiamenti 
impressionanti, tanto da far apparire stupefacente l’attuale
esistenza di un così longevo impianto industriale. La Distilleria
Pagura lavora con il più antico alambicco ancora funzionante
in Friuli e certamente tra i più antichi d’Italia. Il carattere e
successo delle grappe Pagura sta probabilmente nella
semplicità dell’impianto stesso e nella capacità di produrre
grappa di altissima qualità.
Il nostro obiettivo non è quello di produrre un anonimo alcol,
molto raffinato ed uguale a quello che si può produrre in
qualsiasi altra parte d’Italia o del mondo a prescindere dalla
materia prima utilizzata. Ciò che vogliamo offrire ai nostri
affezionati clienti è una grappa nostrana con una chiara
collocazione territoriale.
L’ alambicco discontinuo a caldaiette a vapore diretto rappresenta una scelta tradizionale per la
produzione della grappa, consente di ottenere un prodotto di qualità superiore rispetto al distillatore
continuo usato nella produzione industriale
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Prodotto
La materia prima, per chi vuole fare grappa di qualità, è
l’elemento essenziale da cui partire per realizzare il proprio
prodotto.
La grappa è una miscela equilibrata di tutti i prodotti della
fermentazione naturale della vinaccia. Deve racchiudere in
sé tutti gli aromi originali del vitigno, senza ricorrere ad
alterazioni o interventi di correzione successivi.
Condizione propedeutica all’ottenimento di questo risultato
è partire da vinacce freschissime, perfettamente conservate, con un sufficiente grado di umidità e fatte
fermentare in ambiente anaerobico per pochi giorni e subito distillate.
La nostra materia prima deriva perciò quasi tutta da uve delle Grave Friulane, provenienti da un’area
molto ristretta intorno alla distilleria. Le Grappe Pagura hanno un carattere forte e schietto ed
esprimono la loro qualità attraverso una gradevole persistenza di aromi e sapori.