lunedì 30 gennaio 2023

EUROVINUM: IL BANCO DI DEGUSTAZIONE “AUTOCTONO SI NASCE” TARGATO GOWINE

 





Milano, 30 Gennaio 2023- Continuano gli appuntamenti del bere bene a Milano: Borghi d’Europa ha infatti partecipato alla quindicesima edizione di “Autoctono si nasce”, un banco d’assaggio promosso da Gowine e volto a promuovere la biodiversità e ricchezza del patrimonio vitivinicolo italiano.

Questo importante evento si è svolto presso l’Hotel Melià e ha visto presenti circa 60 etichette diverse del Belpaese, divise tra i produttori presenti e la parte enoteca.

Nella degustazione, Borghi d’Europa ha apprezzato e ascoltato i racconti dei seguenti produttori:

-In Friuli Venezia Giulia sicuramente i rossi Civon Doc Friuli Colli Orientali (da uve Refosco P.r., Schioppettino e Pignolo) e il Pignolo Doc in purezza dei Colli Orientali de Il Roncal di Cividale del Friuli (Ud), la Ribolla Spumante Brut 2021, il Sauvignon 2021 e lo Schioppettino 2019 di Marinig, enoartigiano di Prepotto (Ud), ed infine i vini da uve autoctone poco conosciute di Emilio Bulfon di Valeriano (Pn), come il bianco secco da uva Cividin e quello più floreale e speziato da uva Sciaglìn.

 

-In Veneto, l’Oseleta Igp e l’Amarone Classico della Valpolicella Docg (40% Corvina, 30% Corvinone, 15% Rondinella, Croatina 5% e Oseleta 5%)

-Dalle Alte Terre Maceratesi nelle Marche a Castelraimondo, molto interessanti il Verdicchio di Matelica Doc Torre del Parco e il Brondoleto (affinato in legno), selezione delle migliori uve Verdicchio della Tenuta Piano di Rustano, mentre da Morro d’Alba nell’Anconetano, ottima la miniverticale di Lacrima di Morro d’Alba Doc del vignaiolo Stefano Mancinelli.

-Da Rionero in Vulture in Basilicata, i due rossi Caselle Doc e Canneto Igt, Aglianico del Vulture al 100% della Casa Vinicola D’Angelo.

-Nell’Alto Piemonte, sono stati degustati con piacere i Nebbiolo in purezza della rappresentanza di produttori della piccola Doc Albugnano 549, situata nel Monferrato nord-occidentale, eleganti e piacevoli.

Invece, nella parte enoteca dell’evento “Autoctono si Nasce”, promossi tre diversi bianchi fermi: il Sicilia Bianco Catarratto Benedè di Alessandro di Camporeale (Pa), la Falanghina del Sannio 2021 di Fontanavecchia di Torrecuso (Bn) e il Calabria Bianco Igt Prima Fila 2021, da uve Pecorello in purezza di Tenuta Iuzzolini di Cirò Marina (Kr),

Tanti vini autoctoni, percorsi del gusto diversi e un’idea comune: continuare a puntare sulla valorizzazione della ricca biodiversità vinicola italiana è molto importante, come fatto da Gowine nei propri appuntamenti.

Evviva!

lunedì 9 gennaio 2023

Eurovinum (Basilicata) – Borghi d'Europa ad Autoctono Si Nasce a Milano, per degustare l'Aglianico del Vulture di Casa D'Angelo

  In questo primo scorcio di 2023 i giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa interverranno ad Autoctono Si Nasce, la manifestazione che Go Wine promuove a Milano il 26 gennaio, visitando, fra gli altri, anche il banco d'assaggio della Cantina D'Angelo di Rionero in Vulture (Potenza).




L’azienda D’Angelo rappresenta, da quasi un secolo, uno dei simboli della storia dell’Aglianico del Vulture. Un viaggio nel mondo del vino che attraversa quattro generazioni della famiglia, fino ad arrivare a Erminia e Rocco, attuali titolari del marchio.

L’azienda è situata nella zona più classica di produzione dell’Aglianico del Vulture, vino sempre più apprezzato nel panorama italiano e diventato oramai un simbolo del Made in Basilicata.


L’Aglianico del Vulture è un vino DOC della regione Basilicata ottenuto da uve del vitigno Aglianico coltivate nell’area del Vulture, in provincia di Potenza.

La denominazione di origine controllata è stata registrata ufficialmente nel 1971.


L’Aglianico è considerato uno dei vitigni più pregiati e antichi d’Italia, vanta infatti origini millenarie, che probabilmente risalgono fino ai tempi dell’Antica Grecia. Coltivato e amato sia in Italia che all’estero, l’Aglianico è un vitigno a bacca rossa da cui nasce un vino dal carattere forte, strutturato e deciso.


Storia ed etimologia dell’Aglianico


La storia dell’Aglianico si perde nella notte dei tempi ed è molto difficile stabilire con precisione la sua origine. Pare che sia stato introdotto dai Greci nelle loro colonie dell’Italia meridionale intorno al VII-VI secolo a.C. Fra le testimonianze materiali si è soliti citare il ritrovamento di un torchio di epoca romana nella zona di Rionero in Vulture e un’antica moneta bronzea raffigurante la divinità del dio greco Dionisio (Bacco nella trasposizione romana) ritrovata nella zona di Venosa. Tra le testimonianze storico-letterarie si ricordano invece le famose lodi al vino del poeta romano Orazio che era originario proprio di Venosa.


Anche l’origine del nome è piuttosto incerta e misteriosa. Per molto tempo si è creduto che il termine Aglianico derivasse dalla parola Ellenico – a conferma della sua antica paternità greca – e che tale parola si stata “storpiata” nel periodo di dominazione aragonese, diventando appunto Aglianico. Secondo un’altra teoria – introdotta da Manuela Piancastelli – il termine Aglianico deriverebbe invece dalla parola greca “agleukinosicos” ovvero “vino privo di zucchero/glucosio”


Zone di produzione

L’Aglianico è un vitigno coltivato principalmente in Basilicata, in Campania e, in maniera minore in alcune zone della Puglia, Molise e Calabria. All’estero sono cominciati – soprattutto negli ultimi anni – tentativi di coltivazione in alcune zone dell’Australia e della California.



LE DEGUSTAZIONI DI BORGHI D’EUROPA: IL FRIULANO GIOIRE 2018 DELL’AZIENDA AGRICOLA GENIO

 



In questi primi giorni del 2023 Borghi d’Europa ha provato il Friulano Gioire 2018 dell’Azienda Agricola Genio di Savorgnano del Torre (comune di Povoletto), area collinare orientale della provincia di Udine.

Un vino fatto a mano, artigianale, come riportato nell’etichetta, che dà soddisfazioni al palato e negli abbinamenti gastronomici: di colore giallo paglierino abbastanza intenso, all’olfatto presenta un bouquet di agrumi che ricordano il pompelmo, di camomilla e delle spezie aromatiche come la salvia e il timo, segno che il vino è in evoluzione.

Questo Friulano al palato risulta fresco e abbastanza sapido, con una buona persistenza e un finale lievemente ammandorlato, caratteristica tipica dell’uva che una volta si usava chiamare Tocai.

Borghi d’Europa lo ha abbinato sia a degli antipasti a base di formaggi misti che con un secondo a base  di polenta con il merluzzo, trovandolo azzeccato con entrambi: un vino versatile che può andare bene anche con piatti di carni bianche che con primi di pesce.

Evviva!