venerdì 25 febbraio 2022

L’ITALIA DEL GUSTO AL BANCO D’ASSAGGIO “BAROLO, BARBARESCO E ROERO” TARGATO GOWINE

 





Il 17 febbraio u.s. , presso la bellissima location dell’Hotel Melià di Milano si è svolto il banco d’assaggio “Barolo, Barbaresco e Roero”, targato Gowine: un evento importante per la promozione dei grandi rossi langaroli e delle nuove annate (2018 per il Barolo e 2019 per il Barbaresco), oltrechè di buon auspicio in ottica di ripresa dopo il continuo singhiozzo causato dalla pandemia,

Il banco ha riscosso un notevole successo, richiamando sia operatori del settore che enonauti , ed è stato ottimamente organizzato dall’Associazione Gowine secondo tre diverse fasce orarie, in modo da non creare assembramenti e affiancato da due masterclass condotte dal giornalista del Gambero Rosso Gianni Fabrizio.

All’evento erano presenti circa 30 Cantine di Langhe e Roero, assieme alla rappresentanza dell’Associazione Albugnano 549 dell’Albugnano Doc, che riunisce 14 piccoli produttori di 4 Comuni dell’Astigiano (Albugnano, Pino d’Asti, Castelnuovo Don Bosco e Passerano Marmorito), con l’obiettivo di far conoscere il territorio e i vini prodotti a base di uve Nebbiolo in purezza a un’altitudine maggiore (549 m s.l.m.).

 

L’areale della Doc Albugnano presenta un sottosuolo marnoso e i Nebbiolo vinificati prevedono delle macerazioni più lunghe e trascorrono 18 mesi in legno e 6 mesi in bottiglia.

L’Italia del Gusto ha partecipato alla degustazione, partendo proprio dall’Associazione Albugnano Doc: sono stati assaggiati in ordine il 2018 “Và Anait” dell’Azienda Agricola Alle Tre Colline, il 2018 di Roggero Bruno e Marco, il 2018 “Il Tato” di Cà Mariuccia e il 2018 “Carpinella” di Terre dei Santi, tutti veramente interessanti e particolarmente minerali.

Per i Roero, degni di menzione il “Valmaggiore Audinaggio” 2019 e il Roero Riserva 2018 “Mompissano” di Cascina Cà Rossa di Canale (Cn), il Roero Riserva “Panera Alta” 2017 di Bric Castelvej di Canale e il Roero Riserva “Pulciano” 2016 di Poderi Moretti di Monteu Roero (Cn).

Tra i Barbaresco, sono stati trovati molto eleganti e armonici il “Faset Duesoli” 2017 di Piercarlo Culasso (Cn), il Barbaresco “Canova” 2015 e la Riserva “Canova” 2013 della Tenuta San Mauro di Castagnole delle Lanze (At).

Capitolo Barolo: molto morbidi ed equlibrati il “Valente” 2018 e il “Sottocastello di Novello” 2017 di Piazzo Comm. Armando (Cn), il Barolo Riserva “San Bernardo” 2015 di Palladino di Serralunga d’Alba, i due “Evoluzione” 2017 e 2013 di Montalbera di Castsgnole Monferrato (At), il Barolo Riserva Bussia 2015 di Bolmida Silvano di Monforte d’Alba (Cn), ed infine il Barolo “Fossati” 2015 di Boglietti Enzo di La Morra (Cn).

C’è stato spazio anche per un piccolo e intrigante intruso tra tutti questi grandi rossi da uve Nebbiolo: un Metodo Classico Brut 2007 (13 anni sui lieviti!) da uve Pinot Meunier, sboccato nel Gennaio 2021 di Luzi Donadei di Clavesana (Cn). Parliamo di una bolla con un’insospettabile freschezza e struttura e con delle marcate e gradevoli note di pasticceria al naso.

Il Piemonte, per quanto riguarda Langhe, Roero e Monferrato si conferma una grande terra vocata alla viticoltura (e non solo per il Nebbiolo), che l’Italia del Gusto continuerà a comunicare nei suoi progetti d’informazione in maniera articolata, a partire dalla grande rassegna “Grandilanghe”, in programma a Torino il 4 e 5 Aprile p.v. .

In alto i calici!

mercoledì 16 febbraio 2022

VISITE GUSTOSE IN OLTREPO’: LA TENUTA MAZZOLINO E L’ALBERGO RISTORANTE IL SELVATICO

 

 






Borghi d’Europa ha trascorso un ottimo sabato in Oltrepò assieme a un gruppo di competenti giornaliste e degustatrici, scoprendo da vicino due realtà di spicco del territorio: prima la Tenuta Mazzolino di Corvino San Quirico (nella valle del Pinot Nero) e poi a pranzo all’Albergo Ristorante Il Selvatico di Rivanazzano Terme.

Sulle colline di Corvino San Quirico sorge la Tenuta Mazzolino, una Cantina a conduzione familiare che ha iniziato a coltivare l’uva nel 1980, grazie all’abilità e all’amore per il buon vino di Enrico Braggiotti, il quale grazie a delle origini francesi, ha sempre visto la Francia ed in particolare la Borgogna come modello di riferimento per eleganza e qualità altissima dei vini a base di uve Pinot Nero e Chardonnay.

Oggi, la Tenuta Mazzolino è condotta da 7 anni da Francesca Seralvo che continua la tradizione vitivinicola di famiglia, puntando sempre alla qualità e al territorio, specialmente se si parla di Pinot Nero, sia negli Spumanti Metodo Classico che per i vinificati in rosso.

 

Il gruppo di giornalisti in visita da Mazzolino ha potuto degustare lo Spumante Blanc de Blanc 2017 da uva Chardonnay in purezza, bello brioso con gradevoli note agrumate e una bella sapidità poi    l’Oltrepò Pavese DOCG Pinot Nero Spumante Rosé Cruasé 2015, intenso e molto fine, con un naso importante, il Pinot Nero Terrazze 2020, fresco, con note fruttate e floreali, il nuovissimo Terrazze Alte 2020, più complesso e speziato, ed infine il top, il Pinot Nero Noir 2018, elegante ed intrigante e dotato di una bella morbidezza, che ricorda davvero la Borgogna!

Il pranzo è stato un momento altrettanto importante, perché il team di giornalisti e degustatori ha avuto il piacere di assaggiare le prelibatezze preparate da Piera Spalla Selvatico, cuoca gourmet dell’Alleanza Slow Food del Selvatico di Rivanazzano Terme (agli inizi della Valle Staffora, famosa per i salumi di Varzi) e simbolo della cultura enogastronomica locale in Oltrepò Pavese.

Il Selvatico, che è sia ristorante che albergo, esiste sin dal 1912 ed è famoso per l’accoglienza calorosa e la premura verso la clientela, ed è oggi gestito dalla signora Piera con la figlia Michela in cucina, mentre l’altra figlia Francesca col marito Sergio Daglia si occupa della sala e dei vini da abbinare alle succulente pietanze, con una competenza davvero di livello.

Una portata che racconta il territorio e identifica bene i valori e la qualità proposta dal Selvatico sono senza dubbio i Malfatti (Piatto dell’Unione del Buon Ricordo),  gnocchi a base di erbe stagionali, pane grattugiato e ricotta.

La carta dei vini del Selvatico è vasta e notevole: nel pranzo i giornalisti hanno potuto degustare delle bolle Metodo Classico impareggiabili, dei Riesling Renano della zona di annate differenti, ed infine un Pinot Nero fermo del 1998!

L’Oltrepò riserva sempre sorprese piacevoli quando si parla di enogastronomia locale: questo perché ci sono tradizioni che vengono tramandate e comunicate bene, anche grazie al grande lavoro svolto dal Consorzio di Tutela dei Vini dell’Oltrepò Pavese, diretto dal bravo Carlo Veronese.

Così va bene!